Rivoluzione femminile al contrario: maestri uomini negli asili-nido

In Germania si discute molto del ruolo limitato delle donne nelle imprese e in particolare al vertice delle grandi società. Il cancelliere Angela Merkel ha detto di recente che la situazione è inaccettabile, e ha accusato il mondo del lavoro di essere fondamentalmente maschilista, anche se nel governo federale cinque ministri su quindici sono donne, di cui una aspetta un bambino. Eppure il paese sta assistendo a una mezza rivoluzione, seppur al contrario. Uomini all'asilo A sorpresa in molte regioni della Germania sta aumentando il numero di uomini che negli asili-nido si occupano in prima persona dei bambini. Per decenni la professione di educatrice era riservata alle donne. Oggi non è più così. Secondo la Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, che riprende un documento governativo, gli uomini negli asili-nido sono il 3% del totale (in tutto circa 11mila); in alcune regioni del paese la quota è più elevata. A Flensburg e a Kiel, nello Schleswig Holstein, è dell’11%. Ad Amburgo dell'8,5%, a Francoforte del 10%. Il ministro (democristiano) per la famiglia, gli anziani, le donne e i giovani, Kristina Schröder, ha fatto della presenza crescente di uomini negli asili-nido e nelle scuole materne un suo cavallo di battaglia.

Il fenomeno probabilmente dipende da una serie di fattori economici e sociali. Da un lato, molte donne vogliono competere con gli uomini nei settori prima riservati ai maschi e prendono quindi le distanze dalle professioni che storicamente sono state loro attribuite. Dall’altro, la presenza di uomini negli asili-nido è il riflesso di un paese nel quale padri e mariti tendenzialmente si occupano dei figli con maggiore coinvolgimento che altrove. Da qualche anno il governo permette agli uomini di prendere qualche settimana di aspettativa dal lavoro per occuparsi del figlio neonato. E secondo le ultime statistiche dell’OCSE, un padre che lavora si occupa della prole in media per 37 minuti al giorno in Germania, rispetto ai 26 minuti della Francia e ai 40 minuti dell'Italia. E’ interessante notare che la presenza degli uomini nelle Kitas, come vengono chiamati gli asili-nido in tedesco, è spesso appoggiata, se non addirittura richiesta dagli stessi genitori. In molte famiglie monoparentali, la madre vuole garantire ai figli una presenza maschile a cui fare riferimento e che purtroppo non è presente in casa. Ciò è tanto più vero nella ex DDR, una regione ancora povera, rispetto ai Länder occidentali del paese, e dalla quale molti mariti o padri sono emigrati. "Molti ragazzi, crescendo senza un padre, mancano di un punto di riferimento maschile – ha spiegato di recente la signora Schröder, che ha 32 anni -. Questi sono importanti per lo sviluppo della persona. Per questo motivo sono impegnata ad esortare sempre più uomini a lavorare in un asilo-nido". Nel reportage della Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung emerge che gli educatori di sesso maschile danno una certa tranquillità all’ambiente scolastico. Inoltre, uno psicologo intervistato dalla pubblicazione domenicale ha affermato tra le altre cose che ai bambini rimane impressa la personalità, non tanto il sesso della persona.

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(La foto è tratta dal sito del Ministero per la  famiglia, gli anziani, le donne e i giovani)